Recentemente un noto imprenditore che ha lasciato in modo più o meno traumatico la gestione dell'azienda da lui fondata e sviluppata, si è tolto un sassolino dalla scarpa criticando l'attuale gestione che si sta affidando ad una grande società di consulenza per una revisione strategica.
Legittima critica di un imprenditore che afferma il diritto dovere dell'imprenditore di non delegare ad altri la gestione strategica della sua impresa. Allo stesso modo potremmo dire che è legittimo non delegare neanche la gestione ordinaria. Altrimenti che ci stanno a fare i dipendenti ed i manager in azienda?
A volte però, il desiderio di autonomia ed il bisogno di dimostrare che si sa condurre l'azienda, può portare a non verificarne lo stato di salute e prevenirne situazioni di crisi e di disagio. Fino a quando al capezzale moribondo della nostra azienda chiamiamo i più grandi luminari che però ormai poco possono fare per risollevare la situazione.
Si arriva così a due situazioni limite che troviamo anche nella cura del nostro corpo: da una parte chi non va dal medico neanche quando l'età e la condizione suggeriscono periodici check up di controllo, salvo poi scoprire troppo tardi la presenza del male; e chi ci va troppo spesso, intasando le sale d'attesa dei medici di famiglia e chiedendo visite su visite di controllo anche quando non è necessario... Molière, col suo malato immaginario ci aveva già ben istruito su questo tipo di figure.
Cosa fare quindi per tornare alle nostre aziende?
Probabilmente la cosa è più ovvia di quel che si pensa, ma sempre tanto difficile da realizzare in azienda: imporsi di dedicare del tempo per verificare lo stato dell'arte dell'azienda nei confronti del mercato esterno e nei confronti dei suoi sistemi interni di gestione.
Presi infatti dalle quotidiane emergenze, o – a volte, diciamocelo - dalla abitudine di giudicare di scarso valore tutte quello che non è fare, fare fare, rischiamo di cadere nel meccanismo che aveva intrappolato quel boscaiolo che continuava a segare con la sega spuntata perchè non aveva tempo di affilarne la lama.
La proposta che Formazione Unindustria Treviso fa con il suo corso del prossimo 29 gennaio, ANALISI COMPETITIVA ED ORGANIZZATIVA DELLA REALTA' AZIENDALE vuole stimolare una riflessione sul sistema azienda e sulla necessità che in azienda ci si dia il tempo per valutare il suo stato di salute.
Due le aree di riflessione: la salute della nostra azienda rispetto al mercato di riferimento da una parte e rispetto alla propria organizzazione interna dall'altra.
Nella prima parte della giornata si rivedranno insieme alcuni strumenti di analisi strategica, tanto usati dalle società di consulenza di cui sopra ma che possono e debbono diventare lo strumento quotidiano di riflessione per l'imprenditore ed i suoi collaboratori per valutare la propria forza competitiva rispetto ai concorrenti, ai clienti, ai fornitori.
Nella seconda parte della giornata il fuoco dell'attenzione si rivolge all'interno dell'azienda, ai suoi meccanismi di gestione ed agli strumenti utilizzati.
Non è quindi tanto e solo l'occasione di riflettere sulle più recenti innovazioni nelle diverse aree aziendali quanto un'opportunità per rivedere la nostra azienda come un sistema integrato di gestione che deve vedere un continuo ed organico processo di miglioramento in tutte le sue aree.
Come si dice, una flotta viaggia alla velocità della nave più lenta.
Poco importa che si migliori una funzione aziendale, un servizio, un prodotto, se poi questo sforzo viene frenato dai limiti di altre aree.
L'azienda, come un corpo, può e deve avere delle aree di eccellenza ma non può e non deve avere delle aree che non garantiscano l'equilibrio complessivo dell'organismo, pena l'inefficienza dell'intero sistema.
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