martedì, gennaio 23, 2007

Caos Calmo

Sempre a leggere saggi di organizzazione.... questa volta invece spunti per pensare ci sono stati proposti dall'ultimo romanzo di Sandro Veronesi, libro ricevuto in regalo e preso per passare il tempo in aereo ed in albergo e invece tanto avvincente da non potersene staccare.

Come racconta Veronesi nell'articolo che si può trovare nelle pagine che gli sono state dedicate da Bompiani, tutto nasce dalla lettura fatta da Veronesi degli impatti delle fusioni sulle persone che ne vengono coinvolte.
Ecco quello che scrive il responsabile del personale per condividere le sue riflessioni con il protagonista:

"...che cos'è una fusione? Una fusione è il conflitto di due sistemi di potere atto a crearne un terzo, realizzata per finalità finanziarie. E' concepita per creare valore per gli azionisti, o per le banche d'affari, non per gli esseri umani che lavorano nelle aziende, per i quali una fusione è, al contrario, il trauma lavorativo più violento che possa essere loro inflitto.
Una volta che si è trovato l'accordo sulla transazione, cosa che non è affatto facile, si ha la tendenza a credere che il più sia fatto. Questa convinzione deriva dalla storica sottovalutazione che il mondo dell'economia riserva al fattore umano, e, più in generale, alla psicologia. Ma è sbagliata. I problemi più grossi di una fusione non sono legati al documento che la sancisce.
Prima che di cifre, infatti, un'azienda è fatta dagli uomini che ci lavorano, cioè dai suoi dipendenti, e dopo l'annuncio di una fusione la reazione di incertezza....
Dopo una fusione bisognerebbe parlare con i dipendenti, informarli ed aggiornarli tutti il più spesso possibile; il dipendente ha bisogno di fiducia, di sentire che non è considerato solo una pdina. Invece gli viene riservato un discorso standard, buttato giù una volta per tutte da un paio di consulenti in comunicazione interna, che ha il solo effetto di accrescere le sue preoccupazioni. Quelle dichiarazioni asettiche su future sinergie che non toccheranno il personale sono ipocrisia bella e buona, poichè tutti sanno che l'unica garanzia concreta per creare valore sui mercati è la riduzione dei costi aziendali, e le riduzioni dei costi sono realizzate all'80% con tagli del personale....
E' una situazione altamente destabilizzante e ci sono solo tre categorie di persone che riescono a reggerla: i fedelissimi, i voltagabbana e i collaborazionisti. Tutti gli altri rischiano di andare a picco... così il risultato più comune durante le fusioni è che una grande quantità di ottimi elementi lascia volontariamente il proprio incarico, prima ancora che la fusione sia compiuta... cosa considerata con favore perchè allegerisce la successiva azione di taglio ma che rappresenta una perdita secca.
Perchè gli uomini e le donne che se ne vanno si portano dietro le proprie conoscenze e le proprie capacità tecniche ed a fronte del valore virtuale creato sul mercato il risultato reale è uno spaventoso impoverimento."

Il bello è che sento sempre più persone consapevoli di questo e pronte a sviluppare qualcosa che possa aiutare a creare valore vero, come l'amico John, di Vilkelis & Associates, che dopo aver tanto lavorato in multinazionali che gli hanno fatto vivere tante esperienze di fusioni, sta formalizzando la necessità di due dilingence degli intangible a valorizzare il capitale umano presente in azienda e a valutarne la congruenza con le società con cui lo si vuole fondere.

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